Il film è tratto dal libro inchiesta del 2010 “Le quai de Ouistreham” di Florence Aubenas, giornalista di Le Monde.i
Marianne è un’affermata scrittrice. Vuole “rendere visibili gli invisibili” e scrivere un libro che denunci la situazione lavorativa precaria e la realtà alienante e disumana in cui vivono lavoratori e lavoratrici francesi. Decide, quindi, di calarsi nei panni di una donna disoccupata, in cerca di lavoro presso l’ufficio di collocamento di Ouistreham, piccolo paese portuale nel nord della Francia da cui partono i traghetti per Portsmouth. Qui trova lavoro come addetta delle pulizie proprio sul traghetto che attraversa la Manica. Giorno dopo giorno condivide la sua vita con chi deve accettare questo tipo di lavoro senza difese sindacali, senza sussidi e col timore di essere licenziati da un momento all’altro. Riesce a portare la finzione fino in fondo, vivendo con profonda sincerità i rapporti d’amicizia che nascono tra colleghe. Si lega soprattutto a Christèle, madre single e dal carattere forte.
Ma, quando, all’uscita del libro, le colleghe scopriranno la verità, alcune lavoratrici le saranno grate per aver denunciato il sistema, altre, in particolare Christèle, le rimprovereranno di appartenere a un mondo altro, troppo lontano dal loro.
Sicuramente un film di denuncia sociale ma anche una riflessione su quanto la finzione sia eticamente lecita o meno.
Consigliato da Giovanna della Casa delle Donne di Parma