1997: Shaker Heights, sobborgo di Cleveland, Ohio, tipica cittadina americana, perfetta all’esterno ma governata da ipocrisia e perbenismo all’interno.
A Shaker Heights vive Elena Richardson (Reese Whiterspoon), una giornalista part-time che ha dovuto ridimensionare le sue aspirazioni lavorative per dedicarsi al marito e ai 4 figli. Elena è ricca, ha un aspetto sempre impeccabile, ospita feste e banchetti, prepara cene elaborate per la sua famiglia e organizza in maniera maniacale ogni cosa. Elena è perfetta, talmente perfetta da dover dimostrare di essere di aperte vedute e, mossa da quello che è il “white savior complex”, decide di affittare una sua proprietà a Mia Warren (Kerry Washington), da poco arrivata in città. Mia è un’artista e fotografa afroamericana, madre single di Pearl e perennemente in fuga da una città all’altra. Mia ha un passato avvolto da segreti e misteri. La loro diversità porterà le due donne ad entrare in conflitto.
Tra i temi trattati nella serie c’è quello della maternità che non viene raccontata in modo edificante ed edulcorato, concentrandosi invece su temi più problematici quali la gestazione per altri, l’adozione e la gravidanza non voluta. Un altro tema trattato è quello del razzismo che non si manifesta attraverso comportamenti di odio, ma con piccoli gesti e frasi subdole.
Little Fires Everywhere è un prodotto ben fatto, scritto, diretto e interpretato per la maggior parte da donne e che ci dona un ritratto veritiero della società americana, non solo degli anni ‘90, ma anche di oggi.
Consigliato da Giulia della Casa delle Donne di Parma