Il libro d’esordio di Beatrice Salvioni è ambientato nell’Italia fascista degli anni ‘30, dove le famiglie rispondono all’insensatezza della guerra chiudendosi in loro stesse e diventando a loro volta trincee di assensi silenziosi e covi di stereotipi di genere.
A fare la resistenza sono due bambine, che si attraggono per il loro magnetico senso critico e la puerile quanto salvifica forza d’immaginazione.
A turno, si insegnano la rivoluzione mettendo in discussione i rapporti tra i sessi, quelli all’interno delle loro famiglie e le relazioni nel paese. E questa battaglia condivisa diventa il loro legame di sangue. Che si sostituisce a quello famigliare perché riguarda non solo il sé, ma anche il mondo.
Durante la lettura, l’amicizia di Francesca e Maddalena diventa un termometro per misurare la profondità dei nostri rapporti.
Consigliato da Martina della Casa delle Donne di Parma