19-09 ore 17
Parco I Maggio-Parma
In questa parte del mondo, che ci piaccia o meno, viviamo in una società multiforme e multicolore, in continua evoluzione, nella quale anche il linguaggio cambia con il mutare del tempo, delle mode e delle abitudini. Ma allora perché nella maggior parte dei casi in italiano continuiamo a esprimerci in forma univoca, usando il cosiddetto maschile universale o neutro? Perché se decliniamo correttamente i termini al femminile per alcuni ruoli e professioni (come ministra o architetta) c’è qualche voce che grida al ridicolo?
E poi, anche quando non c’è intenzionalità, il linguaggio univoco e stereotipato esclude e trascura la parte femminile e quelle minoranze che, se non hanno nemmeno la possibilità di essere nominate, continueranno a non essere riconosciute ufficialmente.
Da diversi decenni si propone un linguaggio non sessista nella pubblica amministrazione, nel mondo delle professioni, sui media, ma per moltə sembra ancora un tema marginale.
Della necessità che simili questioni diventino invece argomenti sempre più comuni e condivisi parleremo con Vera Gheno, sociolinguista specializzata in comunicazione digitale e traduttrice, e Graziella Priulla, sociologa e saggista. Modera Ilaria La Fata (Centro studi movimenti – Casa Donne Parma).