A nome della Rete Kurdistan e di tutte le donne kurde ringrazio la Casa delle donne e coloro che hanno voluto dedicare questa serata alle lotte femminili in Cile e in Rojava.
Tutte e tutti noi conosciamo queste nostre compagne che hanno combattuto e ancora combattono contro il patriarcato così radicato nelle dittature mediorientali. Combattono con le armi, con la politica, con il loro lavoro quotidiano per realizzare il loro sogno: il confederalismo democratico di Rojava, basato sulla parità di genere, sull’ecologia, sull’inclusione.
Combattono ora contro l’invasione turca che vuole far tacere la loro lotta per la libertà e la giustizia.
Combattono per la loro terra, ma anche per noi, per ricordarci che senza le donne non ci può essere rivoluzione. E la rivoluzione è già in atto in Rojava perché parte dalla centralità del ruolo delle donne nella società, nella politica, nella lotta.
Le Comuni organizzano la gestione dei conflitti nei quartieri e nei villaggi, la formazione continua contro la violenza patriarcale, contro i matrimoni delle ragazze minorenni e le violenze domestiche.
Il comitato dello Jineoloji (scienza delle donne) sviluppa e approfondisce la ricostruzione di un sapere che sappia liberarsi dall’oppressione millenaria del patriarcato.
Il Jin War (villaggio delle donne) è un luogo libero per tutte le donne di tutte le età in cui poter ripartire conquistando autonomia dalla famiglia e dai matrimoni non voluti.
Questo è possibile perché migliaia di donne, madri, nonne, bambine, ogni giorno mettono in gioco la loro vita e cambiano per cambiare la società che hanno intorno.
Questo è possibile perché la liberazione della donna è garanzia della liberazione di tutta la società.
Jin Jiyan Azadì!
Donna Vita Libertà!