La fascetta rosa che abbraccia il libro cita “Un romanzo coinvolgente e a tratti fiabesco. Le imprese di Alfonsina Strada, ciclista rivoluzionaria che per prima partecipò al Giro d’Italia nel 1924”.
La triste sintesi in cui la storia “ufficiale” relega la prima grande ciclista italiana era nota, ma le pagine di Simona Baldelli, con l’astuzia saggia del romanzo, hanno ampliato gli orizzonti e reso la sua vita un racconto vasto, complesso e avvincente, quello che tutte le grandi biografie meritano.
Nelle pagine di questo libro la “matta”, il “diavolo in gonnella” – epiteti con cui era sminuita dai suoi contemporanei – diventa uno dei personaggi più rivoluzionari della storia dello sport del nostro paese. Forse il più rivoluzionario. Una donna. La prima.
La prima donna a partecipare al Giro d’Italia, sola tra uomini. Il racconto è da mangiarsi tutto d’un fiato. Storia di fatiche, umiliazioni, sogni, limiti superati, ferite fisiche e morali patite. Bellezza.
Ha sbaragliato le carte in tavola l’Alfonsina. Ha sbaragliato le carte della sua esistenza individuale, delle rassicuranti prigioni sociali e dei pregiudizi di ogni tipo.
Sono pagine quelle di Simona Baldelli di una bellezza disarmante, sono saliva sputata al fianco, fame e sete, salite mangiate a suon di sorrisi e lacrime, rabbia per il mondo che si tinge di nero e interrompe i sogni. Sono la fragranza della miglior gioia. Bellezza piena ed autentica, senza necessità di dissimulazione.
Ricordiamo oggi, attraverso la lettura di queste pagine, i cento anni dalla partecipazione della prima donna al Giro d’Italia (10 maggio-1 giugno 1924).
Consigliato da Sara della Casa delle Donne di Parma